Come scegliere il miglior power bank per il tuo Android?

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Uno dei problemi più comuni degli smartphone è la loro autonomia, che non sempre regge fino a fine giornata e questo ci obbliga a portare con noi sempre il suo caricabatterie, purtroppo, non è sempre disponibile una presa dove collegarlo.
A questo problema ci pensano i power bank, dispositivi che sono stati ideati per erogare la corrente necessaria al tuo smartphone dove e quando vuoi, in modo da non dipendere della disponibilità (chel’altro, è limitata) di una presa.
Su questo articolo ti aiuteremo a scegliere il power bank adatto per te, perché sebbene si parla di un gadget apparentemente molto semplice, è importante conoscere le chiavi per acquistare quello che si adeguimeglio alle nostre necessità.

Velocità di ricarica dei dispositivi e del power bank!

Partiamo subito con un punto molto importante da avere in considerazione sui power bank: la ricarica rapida e i protocolli con i quali è compatibile, attualmente i due protocolli più importanti sul mercato sono Quick Charge e Power Delivery.
Ti ricordiamo che in caso di voler sfruttare al massimo queste tecnologie devi avere un cavo, caricabatterie e dispositivi compatibili, cioè, se il tuo smartphone non è compatibile con gli stessi protocolli con i quali funziona il power bank, non scenderanno i tempi di ricarica.
Pertanto devi controllare sia quali sono i protocolli con i quali lavora il tuo smartphone come quelli con i quali lavora il power bank che vuoi acquistare, di solito lo trovi sulle specifiche o pubblicità del prodotto:

A sinistra un elenco dei protocolli con i quali è compatibile questo modello di power bank. Fonte: Orico.

Quali sono i vantaggi della ricarica rapida e come funziona? In poche parole, aumenta la tensione (voltaggio, V) di ricarica passando dai “classici” 5V a 9V, 12V o la tensione alla quale sia compatibile, per esempio, Quick Charge 3.0 arriva fino ai 12V.
L’idea di questo è non aumentare l’intensità di corrente (ovvero l’amperaggio, A) perché un aumento dell’intensità comporta un aumento -pericoloso- delle temperature di funzionamento e questo potrebbe essere pericoloso sia per i power bank che per i dispositivi. Questo, comunque, non significa neanche che l’aumento della tensione non aumenti le temperature.
D’altronde, i power bank in ingresso si beneficiano anche di queste tecnologie perché riducono notevolmente i tempi di ricarica, aspetto molto importante perché sono proprio delle batterie grandi che hanno bisogno di essere pronte velocemente in modo da portarle via (es. al lavoro, all’università, ecc.).
Ma come sapere il tempo di ricarica di un power bank? Sebbene molte volte il tempo viene riportato sulle specifiche del modello, molte volte è “troppo” approssimativo, per questo motivo, il sito PowerBank20 si incarica di testare e inserire su un database i risultati ottenuti dalle loro prove fatte a tanti modelli di power bank presenti su Amazon.
In questo caso puoi vedere una comparativa dei tempi di ricarica di modelli da 10000 mAh tramite il protocollo a 18W (PD e QC):

In questo caso i modelli più veloci sono il Poweradd EnergyCell II (2,39 ore), il RAVPower Pioneer (2,5 ore) e il PB178 della Ugreen (2,93 ore). Come puoi notare, i tempi di ricarica sono simili a quelli di uno smartphone che si ricarica ai classici 10W o 5W avendo il doppio o il triplo della capacità.

Versatilità come chiave

Non è da meno fare attenzione alle porte che abbiano i dispositivi che vuoi ricaricare, perché con l’arrivo della porta USB C la nostra vita è un po’ più facile, infatti, ci sono modelli di power bank che possiedono unicamente una porta USB C e una USB A.
Questo però può essere uno svantaggio se solo utilizzi dispositivi con porte micro USB perché avresti bisogno di acquistare un cavo USB C.
Dal nostro punto di vista, un power bank dovrebbe avere almeno due porte di uscita per poter ricaricare piùdi un unico dispositivo contemporaneamente (es. due smartphone o il tuo smartphone + cuffie bluetooth).
Un’altra possibilità è quella di cercare un power bank con zona di ricarica wireless sempre se il tuo smartphone Android è compatibile con uno standard come Qi:

Fonte: amazon.it

Inoltre, il nostro consiglio è quello di prendere un power bank da 10000 mAh in questi casi perché non sono né troppo ingombranti da portare né così piccoli da fornire solo una o mezza ricarica di uno smartphone. Un power bank da 10000 mAh garantisce almeno due ricariche (e qualcosa in più) di uno smartphone da 3000 mAh. Può risultare utile anche per estendere la vita utile della batteria mentre giochi.
Infine vi vogliamo ricordare che la capacità indicata non è quella reale, la reale dovete controllarla sulle specifiche del prodotto (questo è perché la capacità viene immagazzinata a 3,7V o 3,8V e viene erogata a minimo 5V), per esempio:

Fonte: amazon.it

In questo caso la capacità reale di questo power bank da 10000 mAh è 6000 mAh (approssimativamente).
Nel caso in cui non ci sia questa specifica, allora puoi assumere che è più o meno il 65% della capacità indicata. 
Speriamo che questi consigli siano utili per scegliere il tuo prossimo power bank!

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